La primavera è un ottimo periodo per visitare la Polonia. Non voglio però raccontartela come in un normale articolo ma voglio fare un gioco scrivendo una lettera a me stesso. Un po' per autoironia, un po' come esercizio di scrittura.
Perché per un siciliano in Polonia il godere del ritorno alla vita e delle belle temperature è un po' come un ritorno sulla propria isola almeno con la mente.
Caro webmaster di italia-polonia. Avendo passato gran parte della propria vita in Sicilia, hai sempre diviso le stagioni in due parti: quella in cui puoi andare al mare e quella in cui sei costretto a rimanere in città.
Solo frequentando la Polonia qualcuno ti ha fatto notare che le stagioni sono invece quattro e che ciascuna va goduta fino in fondo.
Appena finito l'inverno in Polonia non aspetti altro che un ritorno alla vita. Hai vissuto per mesi al buio e al freddo e noti che le giornate che si allungano sempre di più.
A quel punto metti il naso fuori e ti ricordi che fuori dalle mura di casa tua esiste un mondo. Sta arrivando la primavera.
Guardi il cielo, aspetti il caldo ma guardando l'app sul telefono ti accorgi che gli ambiti 25°C sono solo in Sicilia. Vorresti quella temperatura anche in Polonia ma sai che, per raggiungere quella temperatura, bisogna aspettare quella che qui hanno l'ardire di chiamare estate.
Ma andiamo per ordine: è il 21 Marzo e il calendario indica l'equinozio di primavera.
Fuori non c'è più neve ma gli ultimi inverni sempre più miti hanno si e no spolverato i prati di bianco.
A questo punto aspetti che il tepore del sole sia sufficiente per asciugare le tue povere ossa sicule.
Ma la verità è che non è il momento di deporre il cappellino e la giacca pesante nell'armadio perché l'esperienza ti ha insegnato che sarai costretto a tirarle fuori di nuovo.
Esci fuori e osservi le piante in giardino. Avresti dovuto potarle mesi prima dell'inizio della primavera ma i primi boccioli indicano l'inizio di una nuova vita e la tua esperienza polacca ti dice che è troppo tardi.
Non ti eri mai posto il problema per un olivo o per una palma e non credo che il tuo giardino polacco ne vedrà mai uno.
Allora al lillà toccherà un altro anno di crescita selvaggia ma decidi che l'appuntamento è solo rimandato a Novembre quando le foglie saranno cadute e una dose di coraggio ti dovrà spingere a sfoltirle prima del ritorno dell'odiato inverno.
Guardi le casette per gli uccelli appese ai tronchi. Sono state pulite in autunno e si aspetta che le cinciallegre vengano a popolarle per deporre le uova.
Sai che di feritoie nelle case sempre più ricoperte dai termoisolamenti a cappotto ce ne sono sempre di meno. Ti rallegra l'idea che quella piccola casetta di legno può essere fonte di vita per dei piccoli volatili che cinguetteranno sugli alberi o sui cavi della luce per i prossimi mesi.
Allora aspetti con la macchina fotografica pronta e speri che un uccellino dal piumaggio nero e giallo scelga proprio quella casetta per deporre le proprie uova.
Ma chi si è mai posto il problema in Sicilia? Lì le feritoie non mancano e le rondini hanno sempre trovato spazio a sufficienza sia in primavera che nelle altre stagioni.
Avresti potuto trovare un punto in comune nelle casette per i pipistrelli, cari amici predatori di zanzare ma la verità è che se non ti fossi trasferito in Polonia ignoreresti l'esistenza di quegli affari di legno.
Ma torni a casa, è giunto il momento di uscire le mappe e di programmare le prime uscite.
In inverno le passeggiate in montagna sono ridotte al minimo, i bambini devono ancora crescere e bisogna trovare dei compromessi.
E poi sei sempre un siciliano in Polonia, il cercare freddo a tutti i costi non ti attira più di tanto anche se gestisci un blog sulla natura polacca.
Guardi le previsioni del tempo, negli anni hai imparato che è fondamentale perché in cima il clima può essere ben diverso che a valle.
Finché sei solo ti arrangi, ma con i pargoli è tutta un'altra cosa.
Si comincia con qualcosa di poco impegnativo e si guarda ai Piccoli Beschidi, magari lì si può trovare un po' di neve visto che a valle se ne è vista veramente poca.
Si punta sul Czupel e sul Magurka, magari un giretto in trenino a Góra Żar, si va sul sicuro.
Passa il tempo e la voglia di salite aumenta: Beschidi Slesiani, magari una salita sul Pilsko ma a quel punto estrai la mappa della tua montagna preferita, il Babia Góra.
Ma per quello è bene aspettare Maggio, non nel weekendone dove file di turisti si ammasseranno sul percorso verso il Diablak, meglio andarci dopo.
Programmi qualche altra uscita, magari a Karkonosze o a Bieszczady, ci sei stato anni fa ed è ora di mostrare quei luoghi ai cuccioli.
Allora programmi, rileggi i tuoi vecchi articoli anche per raccontare qualcosa di nuovo.
Pensi ai percorsi, di come affrontarli in sicurezza e senza le lamentele dei più piccoli.
Ma tu lo sai che sono dei palliativi.
Ami la Polonia ma la verità è che in quel preciso momento vorresti passeggiare per le spiagge sulle rive del Mar di Sicilia e ti piacerebbe programmare il primo bagno per il lunedì di Pasquetta dopo aver ingurgitato l'inverosimile durante la tradizionale grigliata.
Ma tu questo ai lettori di italia-polonia non lo dire.
Allora torni nella realtà polacca. Il sole è sempre più alto, i fiori e le foglie verdi rendono le vie e i parchi una festa di colori.
Aprile ti uccide con le allergie, non avresti mai pensato che innocui alberi dal tronco bianco succhiassero così la tua linfa vitale ma ti abitui a combatterla, dopotutto questo mese finisce subito.
E poi il tempaccio è sempre lì, i riscaldamenti si accendono e si spengono, senti che le temperature basse sono sempre dietro l'angolo, giusto per ricordarti che ti sta solo concedendo una tregua.
Ma tu fai finta di non pensarci per non impazzire, sei comunque felice che le temperature stanno aumentando, che puoi finalmente gonfiare le ruote della tua bici e goderti delle piacevoli pedalate nei boschi.
E allora goditi la primavera polacca, l'esplosione della natura, la gente e gli animali che escono dal letargo, il sole che rende felice te più di chiunque altro.
Sai che non è il posto dove sono le tue radici, ma è comunque quello che adesso chiami casa.
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