Parco Nazionale di Babia Góra

Babia Góra è una meta obbligata per tutti gli appassionati di montagna della Slesia. Volgendo lo sguardo a Sud nelle limpide giornate estive, la caratteristica gobbetta del Diablak permette di riconoscerne facilmente la cima. Si tratta della montagna per cui nutro il maggior sentimento. Infatti ho raggiunto la sua cima, per la prima volta, nell'inverno del 2002 e da allora l'ho scalata una decina di volte.

Data la mia conoscenza del territorio, troverete in questo articolo diversi percorsi, con vari livelli di difficoltà, che portano sempre alla cima di Babia Góra.

 

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Dove si trova il Babia Góra

Panorama della valle attorno a Zawoja fotografata da Przełęcz Brona

Il Parco Nazionale di Babia Góra o Babiogórski Park Narodowy è la cima più elevata dei Beschidi di Żywiec. Si estende in linea NE-SO lungo il confine polacco-slovacco ed è di uno dei parchi nazionali più piccoli in Polonia.

Ruota attorno al Diablak, che, con i suoi 1725 m è uno dei principali rilievi in Polonia nonchè una delle mete principali della Corona delle montagne polacche e del Sentiero Principale dei Beschidi.

Durante la salita si attraversano quattro piani climatici:

  • Da 700 m a 1150 m si attraversa un clima di bassa montagna ricca di picee e faggi.
  • Da 1150 m a 1360 m ci si trova in un clima di alta montagna, anch'esso in foresta, sempre ricca di picee e piante con foglie ad aghi.
  • Da 1360 m a 1650 m il cambio è brusco e si passa a un clima sub alpino. Finita la foresta si attraversano cespugli di pini mughi, rose alpine, ribes, in particolare la specie petraeum e salici.
  • Da 1650 m a 1725 m il clima è prettamente alpino, con presenza di Pulsatille e Anemone a fior di Narciso.

Questa fascia climatica interessa esclusivamente la zona nei dintorni del Diablak.

 

Zawoja, sede del Parco Nazionale di Babia Góra

Panorama in salita verso il Diablak

È il punto di partenza ideale per visitare il parco. Ha la particolarità di essere il paese di campagna più “lungo” della Polonia. Ha un'estensione Est-Ovest di circa 18 km fino proprio ai confini di Stato. Lungo la strada n. 957 si può notare un'alternanza di nuove ville e vecchie costruzioni rurali tipiche del territorio.

Nel centro di Zawoja, si può visitare la cappella di S. Clemente. Interamente in legno, risale al diciannovesimo secolo. Ha una torre principale sull'ingresso e altre due, di dimensioni decisamente ridotte, sul retro.

Altro posto di particolare interesse è la Direzione del Parco Nazionale di Babia Góra. Situato a poche centinaia di metri da uno degli ingressi principali del parco all'inizio della pista verde, vale la pena visitare l'esposizione permanente. Al suo interno, previo pagamento di un biglietto, si può visitare una ricostruzione dell'aspetto faunistico ed etnografico della zona con alcuni esempi degli abiti storici dei montanari del luogo. La passeggiata, di pochi minuti, è accompagnata dall'audio dei vari animali che popolano le zone di Babia Góra. La mostra si può visitare dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 15.00.

Sulla pista verde è possibile visitare un museo all'aperto (skansen im. Józefa Żaka). Chiedendo le chiavi ai proprietari e pagando un biglietto si possono visitare al suo interno le varie costruzioni in legno. In uno di questi sono presenti diverse foto come quelle dei padri fondatori del parco, sulla creazione dei primi percorsi turistici e alcuni cimeli come storici sci utilizzati decine di anni fa.

Utilizzando la chiave fornita dai proprietari, si può visitare una piccola carpenteria con i vari strumenti tipici dei fabbri di un tempo, mentre nell'ultima costruzione ci trova una mostra con immagini sacre e una ricostruzione di una tipica camera da letto delle abitazioni di un secolo fa.

 

Diablak, cima di Babia Góra

Cima del Babia Góra

Il Diablak è il principale obiettivo per ogni escursionista nel Babiogórski Park Narodowy. La quota è di 1725 metri e può essere raggiunta da vari sentieri come il Sentiero Principale dei Beschidi o dal rifugio di Markowe Szczawiny.

Le condizioni in cima sono estremamente variabili in quanto prevale un clima alpino. Spesso è esposta a forti venti e per questo si trova un cumulo di rocce volto a proteggere gli escursionisti dalle intemperie.

Sulla cima si trovano inoltre una croce e una targa in marmo dedicata a Giovanni Paolo II. Il panorama dalla cima si rivolge al versante polacco in direzione di Zawoja mentre da quello slovacco si vede il lago di Namestovo e, sullo sfondo, sia i Monti Tatra che i Bassi Tatra.

 

Quanto costa andare a Babia Góra

Il parcheggio di Zawoja costa sette złoty per la prima ora, tre quelle successive, quindici per tutta la giornata (prezzi del 2021). Per pagare ci sono delle macchinette apposite dove solo in una di esse è possibile utilizzare la carta.

A Przełęcz Krowiarki c'è invece un parcheggiatore a cui pagare quindici złoty per tutto il giorno (prezzi del 2021). Per entrare nel territorio del parco è necessario pagare un biglietto d'ingresso di sette złoty (tre e cinquanta ridotto) presso l'adiacente biglietteria dov'è possibile acquistare alcuni gadget del parco.

In alternativa si può acquistare il biglietto in anticipo sul sito eparki.pl salvando il PDF sul proprio telefono. I prezzi sono aggiornati al 2021.

 

Come prepararsi per affrontare il Babia Góra

Babia Góra - Profilo altimetrico

Chi in Italia è abituato alle Alpi o agli Appennini potrebbe sorridere leggendo le quote. Tuttavia chi sottovaluta la montagna sbaglia di grosso perché Babia Góra si trova in Polonia e le condizioni climatiche sono estremamente variabili. Chiunque affronti questa salita in inverno deve essere opportunamente equipaggiato e avere una buona esperienza di montagna.

Importante munirsi con una buona giacca a vento e un abbigliamento a strati. I bastoncini telescopici sono un buon aiuto ma sono più importanti i ramponi per camminare senza affrontare inutili rischi. In particolare, il tratto dal rifugio di Markowe Szczawiny a Przełęcz Brona, in presenza di ghiaccio, senza ramponi può rivelarsi un passaggio difficile da oltrepassare.

Anche in estate il tempo può essere variabile con tempeste improvvise e forti venti, per cui è fondamentale essere opportunamente equipaggiati.

 

Babia Góra con i bambini

Data l'altitudine, la salita sul Diablak non è consigliata ai bambini in età prescolastica nè ai bambini nei primi anni di scuola.

Una salita sul Babia con bambini di età più avanzata va valutata in funzione dell'età, della preparazione e delle condizioni meteorologiche.

La salita da Zawoja a Markowe Szczawiny è invece alla portata di tutti.

 

È possibile entrare nel territorio del parco con i cani?

No.

 

È possibile utilizzare il drone?

Per utilizzare i droni occorre presentare una domanda scritta alla direzione del parco che però viene sistematicamente respinta.

 

Bisogna pagare un biglietto d'ingresso.

Si. È possibile acquistarlo presso una delle biglietterie all'ingresso oppure online dal sito eparki.pl. Basterà caricare il pdf sul proprio cellulare e mostrare il codice QR all'ingresso in caso di controlli.

 

Come raggiungere il Babia Góra

Si trova nel voivodato della Piccola Polonia (woj. Małopolskie), anche se molto vicino al confine con la Slesia. Per cui è ben raggiungibile sia da Katowice che da Cracovia, oltre a essere molto vicino al confine slovacco.

In macchina si può percorrere la strada n. 28 che collega Wadowice (raggiungibile sia da Cracovia che da Katowice) a Rabka Zdrój. Da Nord, dopo Sucha Beszidzka, ci sarà lo svincolo per la strada n. 957 che porta direttamente a Zawoja. Le stazioni ferroviarie più vicine sono quelle di Sucha Beskidzka e di Maków Podhalański. Da lì sono frequenti i collegamenti per Zawoja con autobus PKS e minibus.

Da sottolineare che, essendo poco distante dai monti Tatra e da Zakopane, le strade nel weekend sono spesso particolarmente trafficate.

 

1- Racconto dell'escursione, salita da Przełęcz Krowiarki. Percorso facile.

Questo è il percorso più semplice per raggiungere il Diablak in quanto parte già da una quota intorno ai mille metri. Parte dal versante orientale della montagna e del Parco Nazionale di Babia Góra. Il racconto riguarda una mia escursione in pieno inverno. Tuttavia è un percorso piacevole tutto l'anno.

A Przełęcz Krowiarki, spiazzale raggiungibile dopo una serie di tornanti lungo la strada provinciale n. 957, si trovano diversi parcheggi dove lasciare il proprio mezzo. Il primo è all'inizio del sentiero, tuttavia è facile trovarlo pieno anche in inverno. Questo perché molti escursionisti cominciano la salita alle prime ore dell'alba. Da Przełęcz Krowiarki partono due sentieri: quello rosso, lungo il Sentiero Principale dei Beschidi, porta direttamente in cima dopo due ore e mezza.

Il consiglio è d'iniziare l'escursione dal sentiero blu, spiegherò più avanti il perché. Il sentiero blu porta al Rifugio PTTK di Markowe Szczawiny dopo un'ora e quarantacinque minuti di marcia. Questo tratto attraversa interamente il bosco ed è pressoché pianeggiante. I ramponi non sono indispensabili a meno che non sia presente del ghiaccio.

È possibile godere del panorama sui monti a Nord di Babia Góra come Hala Śmietanowa e il Polica, quest'ultimo a quota 1369 metri. Dopo circa un'ora e mezza di marcia si raggiunge l'incrocio con il sentiero giallo chiamato Perć Akademików. Si tratta del sentiero più impegnativo del parco ma è chiuso in inverno per l'alto rischio valanghe. In questa escursione occorre ancora proseguire dritto fino a raggiungere Markowe Szczawiny.

 

Salita per Przełęcz Brona

Babia góra. Sentiero blu in inverno da Przełecz Krowiarki a Markowe Szczawiny

Chi non ha indossato i ramponi, può farlo adesso perchè da qui in poi comincia la vera escursione. Da Markowe Szczawiny si segue il Sentiero Principale dei Beschidi fino al termine dell'escursione.

Il primo tratto dura solo mezz'ora ma è il tratto più impegnativo dell'escursione per le pendenze molto elevate. I ramponi facilitano la salita ma il terreno solitamente innevato richiedono comunque attenzione. Il consiglio di iniziare l'escursione dal sentiero blu è legata proprio a questo tratto. Date le pendenze, in discesa il rischio di incidenti aumenterebbe notevolmente, per cui è bene affrontare certi tratti in salita.

Già prima di raggiungere Przełęcz Brona la foresta si dirada consentendo di godere dello splendido panorama sui rilievi lungo il versante polacco a Nord e verso il Diablak, la cima del Babia Góra, a Est. Da Przełęcz Brona, situato a 1408 metri, si può proseguire a Ovest verso Mała Babia Góra a quota 1517 metri mentre la cima del Pilsko è raggiungibile dopo oltre otto ore di marcia, percorso in inverno alquanto improbabile data la distanza. In questa escursione si procede a Est lungo la linea di confine.

 

Salita verso la cima del Babia Góra

Babia Góra. Panorama invernale da Przełęcz Brona

Da Przełęcz Brona in poi manca circa un'ora di marcia per il Diablak, la cima del Babia Góra. Trovandosi in un'altitudine tipica di un clima alpino, si cammina attraverso delle conifere alte circa un metro e mezzo. Il sentiero inizialmente non presenta pendenze elevate ma uscendo dalla vegetazione aumentano notevolmente.

I venti soffiano solitamente anche a forte velocità e la possibile scarsa visibilità unita alla mancanza di riferimenti può causare difficoltà, per cui è bene prestare molta attenzione. In inverno il personale del Parco Nazionale di Babia Góra installa alcuni paletti come riferimento, tuttavia il loro numero è alquanto esiguo per le difficoltà del sentiero. La cima del Diablak è a quota 1725 metri, chi la raggiunge punta solitamente al cumulo di rocce che garantisce un riparo dal vento a prescindere da dove soffia. Nelle giornate di cielo limpido si può godere di un piacevole panorama sui Monti Tatra e sui rilievi slovacchi come i Bassi Tatra (Niżne Tatry).

 

Discesa verso Przełęcz Krowiarki

Il sentiero rosso prosegue lungo la linea seguita in salita. Questo perché dal Babia Góra partono altri sentieri verso Sud in direzione Slovacchia che, in questa escursione, non vanno affrontati così come il già accennato Perć Akademików. Nel tratto iniziale in discesa la mancanza di riferimenti può creare problemi, è importante prestare attenzione a imboccare il sentiero corretto.

Scendendo appaiono nuovamente le basse conifere e a questo punto si può proseguire in sicurezza. Lungo da discesa ci sono un paio di punti panoramici in direzione del versante polacco come il Sokolica a quota 1367 poco dopo l'incrocio con il sentiero verde chiamato Perć Przyrodników che riporta a quello blu iniziale. Da qui in poi il sentiero rosso prosegue dentro la foresta in una piacevole discesa fino a Przełęcz Krowiarki chiudendo l'escursione.

 

Mappa del percorso

 

2- Racconto dell'escursione - Perć Akademików. Percorso difficile.

Il Diablak visto da Perć Akademików

Perć Akademików è il sentiero più difficile dei Monti Beschidi per via delle forti pendenze e di alcuni tratti in arrampicata. Un percorso riservato a escursionisti esperti e in grado di destreggiarsi su vie ferrate.

Si tratta del passaggio che più ricorda i Monti Tatra e cime non elevate ma impegnative come quelle del Giewont. Per cui può rivelarsi un valido allenamento per chi vuole affrontare le principali montagne in Polonia. Il sentiero programmato parte e si chiude a Zawoja per una durata di circa cinque ore e mezza, una lunghezza di tredici chilometri e un'ascesa di millecento metri.

 

Partenza da Zawoja

La partenza è prevista dal parcheggio di Zawoja, per trovarlo su Google Maps o su Waze occorre cercare Parking Babia Góra Markowe. Il sentiero iniziale è quello verde che porta al rifugio PTTK di Markowe Szczawiny. La durata è di un'ora e mezza di marcia con un'ascesa di quasi cinquecento metri.

Il tratto iniziale è su sterrato mentre proseguendo si passa a gradini in roccia in ottimo stato ma che con la pioggia possono essere alquanto scivolosi. Le pendenze sul tratto in roccia sono alquanto elevate e mettono già a dura prova gli escursionisti.Tutto il sentiero è immerso nella foresta ma a sprazzi è possibile già vedere la cima del Diablak. Il sentiero termina presso il rifugio PTTK di Markowe Szczawiny.

 

Perć Akademików. Sentiero giallo.

Perć Akademików, passaggio con catene

Dal Rifugio di Markowe Szczawiny occorre svoltare a sinistra lungo il sentiero giallo e blu in direzione di Przełęcz Krowiarki. Il tratto è pianeggiante e va affrontato per circa un quarto d'ora fino a quando i due sentieri non si separano. Giungendo a Skręt Ratowników, la segnaletica sulla parte sinistra del sentiero indica il proseguimento di quello giallo in salita sulla destra. Questo indica l'inizio del Perć Akademików per un'ascesa di circa cinquecento metri per una durata di un'ora e un quarto.

Questo tratto di sentiero può essere affrontato solo in ascesa ed è chiuso nel periodo invernale a causa dell'elevato rischio valanghe. Nel 2021, dato il lungo inverno, è stato aperto solo il due Giugno. La prima parte del sentiero, chiamata Piarżysty Źleb, attraversa la foresta. Tutto il tratto è su scalini rocciosi con una pendenza leggermente più bassa rispetto al sentiero verde. Più si sale, più si apre la vista sulla cima del Babia Góra.

Uscendo dalla foresta comincia il tratto più difficile. Il primo passaggio è un traverso di circa otto metri con delle catene pressocchè pianeggiante ma a picco sul burrone. Tuttavia c'è spazio sufficiente per camminare agevolmente. Proseguendo, dopo un centinaio di metri riprendono i tratti attrezzati, stavolta con pendenze elevate. Inizialmente ci sono solo catene mentre più avanti si trovano delle maniglie che, in un tratto, vanno a formare una scala in quanto si sale verticalmente. Dai millecinquecento metri in su si sale senza catene ma con forti pendenze. Il Perć Akademików prosegue a zig-zag per altri duecento metri sotto il cocuzzolo del Diablak fino a terminare immediatamente sotto la cima.

 

Discesa verso Zawoja

Salita verso il Diablak

Dalla cima di Babia Góra si percorre il Sentiero principale dei Beschidi fino a Przełęcz Brona così come nell'esperienza invernale di cui sopra, solo che questa volta si procede dalla parte opposta. Da Przełęcz Brona al Rifugio PTTK di Markowe Szczawiny si scende sul ripido quanto breve percorso di una ventina di minuti. Il tratto si trova interamente su gradini di roccia per cui facilmente percorribili sebbene occorra prestare attenzione in caso di fondo bagnato.

Dal Rifugio di Markowe Szczawiny, per chiudere con un otto, sono sceso tramite il sentiero nero. Il percorso è quasi interamente nella foresta sebbene per un breve tratto si gode di un bel panorama della cima del Babia Góra e dell'adiacente Polica. Il sentiero nero incrocia quello blu e proprio questo va seguito svoltando poi a destra fino a tornare al parcheggio. Per raggiungere la base del sentiero per Perć Akademików, il percorso più breve è comunque quello da Przełęcz Krowiarki.

 

Mappa del percorso

3- Racconto dell'escursione, versante meridionale polacco-slovacco. Percorso suggestivo.

Montagne della Slovacchia viste dalla cima del Diablak

Questo percorso attraversa in parte il territorio della Slovacchia. Dati i panorami sui Bassi Tatra e sul Mala Fatra, è sicuramente il più suggestivo per via dei paesaggi. Come evidente dalle mie foto, anche questo percorso è stato affrontato, stavolta in solitaria, in pieno inverno. Tuttavia è piacevole durante tutto l'anno. Inoltre, si tratta di un percorso poco battuto dai turisti. Ideale per chi vuole tranquillità nei giorni più affollati. In compenso, è quello che richiede un viaggio più lungo per raggiungere il punto di partenza per chi arriva dalla Polonia.

Il percorso programmato dura circa cinque ore e mezza per una lunghezza di oltre tredici chilometri e un'ascesa di mille metri. Confrontato agli altri già raccontati, a livello di difficoltà è una via di mezzo. Non presenta difficoltà tecniche come quello da Perć Akademików, tuttavia la salita è impegnativa e richiede una buona preparazione atletica.

 

Salita dal territorio polacco

La partenza avviene da Stańcowa, un piccolo parcheggio a Nord del villaggio di Przywarówka. Oltre a essere un importante punto di partenza per raggiungere il Diablak, storicamente è interessato dal pascolo di capre e mucche già dai periodi precedenti alla Prima Guerra Mondiale. Dal parcheggio attraverso il ponte sul torrente Lipniczanka per poi cominciare la salita dopo centicinquanta metri sulla sinistra. Da qui è prevista una salita di circa due ore e mezza fino alla cima.

Tutto il sentiero iniziale prosegue in una fitta foresta di conifere. Le pendenze inizialmente non sono elevate ma, soprattutto in inverno, occorre stare attenti ai segnali in quanto il sentiero. Dopo poche centinaia di metri, il sentiero svolta a sinistra mentre dritto si prosegue su una strada riservata ai boscaioli chiamato Drabnikowa Droga. Più si sale più le pendenze aumentano. In inverno lo strato di neve può essere molto elevato e i ramponcini turistici, così come i bastoncini, possono rivelarsi fondamentali per il proseguimento della salita.

Intorno ai milleduecento metri si apre uno spazio nella foresta con uno splendido panorama sui Mala Fatra e i Bassi Tatra in territorio slovacco. Questo può essere un piacevole punto di sosta per recuperare gli sforzi della salita. Salendo si trova una capanna con il segnale di accesso nel territorio del parco nazionale. Solo superati i millequattrocento metri di quota si supera il limite degli alberi. Da qui si apre una distesa fino alla cima mentre, alle nostre spalle, i monti della Slovacchia si fanno sempre più evidenti.

A milleseicentosedici metri si giunge alle rovine del vecchio rifugio Beskidenverein. Aperto nel 1905, è stato per decide d'anni il più alto posizionato sui Monti Beschidi. Nel 1949 è stato distrutto da un incendio ma solo negli anni settanta le rovine sono state portate via. Trovandosi all'interno del parco nazionale, è stato deciso di non ricostruirlo.

Dalle rovine del rifugio alla cima mancano solo venticinque minuti di marcia in ripida salita. Una volta goduti i piaceri della cima recuperando le forze, comincia la discesa in territorio slovacco sul sentiero giallo. Ci si dovrà abituare a salutare gli escursionisti con un Ahoj al posto del polacco cześć. Il panorama di fronte a noi rende ancor più piacevole la discesa.

 

Discesa verso il territorio slovacco

Il versante slovacco non è parco nazionale, per cui sono più frequenti i capanni dove potersi fermare e accamparsi per una sosta. Tuttavia viene definito come Zona A con tutte le protezioni necessarie a livello ambientale. Il sentiero attraversa la foresta e il torrente fino a raggiungere la base nei pressi di Hájovna Na Rovinách dove si trovano alcuni edifici in legno. Da qui si prosegue a sinistra lungo il sentiero blu. Teoricamente può essere affrontato dalle automobili, in pratica è una strada all'interno della foresta difficile da attraversare.

Il sentiero, chiamato Pańska Cesta, è un continuo saliscendi all'interno della foresta. Dopo un'ora di cammino si oltrepassa nuovamente il confine e dopo quindici minuti si raggiunge il parcheggio di Stańcowa.

 

 

 

Racconto dell'escursione - Mała Babia Góra

La Piccola Babia sembrerebbe un percorso meno avvincente, tuttavia con i suoi 1.517 metri è una delle cime più alte dei Beschidi. Si trova nella parte occidentale del parco e può rivelarsi una interessante alternativa ai percorsi verso il Diablak.

La durata del percorso è di circa cinque ore. Non presenta complicazioni tecniche e può essere affrontato da chiunque abbia un buono stato di forma fisica. La partenza è programma dal piccolo parcheggio di Pod Baranin Groniem. Il primo sentiero da percorrere è quello nero. Una volta entrati nella foresta, si accede ai confini del parco lungo il sentiero giallo. A parte un paio di guadi e ponti di legno, la salita procede lungo un percorso con prevalenza di conifere.

Dopo un'ora, si raggiunge il Sentiero Principale dei Beschidi che, in questo tratto, collega Babia con Pilsko, tuttavia mentre questo sentiero prosegue in direzione del rifugio, per la cima occorre prosegure lungo quello blu. Pur rimanendo pressoché costantemente all'interno della foresta, il sentiero si fa via via più ripido e roccioso con spodariche aperture panoramiche verso Zawoja da una parte e i Tatra slovacchi. 

La cima del Mała Babia Góra viene raggiunta dopo circa due ore di salita. Lo spazio non è molto, ci sono alcuni affioramenti rocciosi di Flysch dei Carpazi e soprattutto uno splendido panorama del Diablak con la sua cresta rocciosa. Questo è un buon punto per un ristoro prima del prosegumento. Da qui infatti si può decidere se proseguire verso il Diablak o tornare indietro.

In questo caso, trattandosi di un circuito, la decisione è di scendere al rifugio di Markowe Szczawiny e di chiudere il percorso attraversando il sentiero verde per poi raggiungere il parcheggio lungo i confini del parco.

 

 

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