Il sistema fiscale polacco gioca un ruolo cruciale nell'ambiente economico del paese. Data la crescente economia della Polonia e la sua stretta integrazione nell'Unione Europea, comprendere le dinamiche fiscali è essenziale per chi desidera intraprendere affari o trasferirsi in Polonia.
Questo articolo offre una panoramica approfondita del sistema fiscale polacco, basata sull'esperienza personale di vita e lavoro in Polonia. Tuttavia, è importante sottolineare che questa non è una guida ufficiale e che queste informazioni non sostituiscono il consiglio di professionisti del settore, quali commercialisti e consulenti legali. Di conseguenza non mi assumo alcuna responsabilità su eventuali azioni conseguenti alla lettura di questo articolo.
Indice
- Sistema fiscale in Polonia (dati aggiornati al 2024)
- Vivo sia in Polonia che in Italia, dove pago le tasse?
- Dichiarazione dei redditi in Polonia
- Aprire una Partita IVA in Polonia
- Cos'è il PESEL?
- Cos'è il NIP?
- Cos'è il REGON?
- Cos'è il KRS?
- Trattati contro la doppia imposizione
- Tassazione sulle criptovalute in Polonia
- Confronto tra il Sistema Fiscale Polacco e quello Italiano
- Altri articoli utili
Sistema fiscale in Polonia (dati aggiornati al 2024)
In Polonia, il sistema di tassazione sul reddito personale opera su una scala progressiva, con aliquote del 17% e del 32%. Specificatamente, per l'anno fiscale 2023/2024, l'aliquota del 17% si applica ai redditi fino a 120.000 złoty, mentre i redditi che superano questa soglia sono soggetti all'aliquota del 32%. Queste soglie di reddito sono indicate localmente come "progi podatkowe".
Per quanto riguarda le imprese, la tassa sul reddito delle persone giuridiche (CIT) in Polonia è fissata al 19%. Sono previste determinate agevolazioni fiscali per le piccole imprese e per le imprese attive in specifici settori, quali l'innovazione e la ricerca e sviluppo, per incentivare la crescita e l'innovazione economica.
L'aliquota standard dell'IVA, o Podatek VAT in polacco, è stabilita al 23%. Esistono tuttavia aliquote IVA ridotte, quali l'8% e il 5%, applicabili a una gamma di beni e servizi selezionati, inclusi alimenti, libri, farmaci e servizi medici, al fine di rendere tali beni e servizi più accessibili ai consumatori.
I lavoratori dipendenti e autonomi in Polonia sono tenuti a versare contributi previdenziali e sanitari allo ZUS (Zakład Ubezpieczeń Społecznych), l'equivalente polacco dell'INPS italiano. Questi contributi assicurano l'accesso ai servizi sanitari e ai benefici previdenziali, rappresentando un pilastro fondamentale del sistema di welfare polacco.
Vivo sia in Polonia che in Italia, dove pago le tasse?
Se risiedi sia in Polonia che in Italia, la determinazione di dove paghi le tasse dipende principalmente dal concetto di residenza fiscale, che è generalmente definito attraverso il criterio della permanenza fisica. Secondo la maggior parte delle convenzioni contro la doppia imposizione, inclusa quella tra Italia e Polonia, sei considerato residente fiscale nel paese in cui trascorri più di 183 giorni in un dato anno fiscale. Ciò significa che, se trascorri la maggior parte dell'anno in Polonia, questo paese sarà considerato il tuo paese di residenza fiscale e, di conseguenza, dovrai pagare lì le tue tasse sui redditi mondiali.
Da quando mi sono trasferito in Polonia, ho adempiuto ai miei obblighi fiscali in questo paese, in linea con il principio della residenza fiscale. La Convenzione contro la doppia imposizione tra Italia e Polonia mira a evitare che le stesse entrate vengano tassate in entrambi i paesi, offrendo chiarezza e sicurezza giuridica ai contribuenti che hanno obblighi fiscali in entrambi i paesi.
Per ulteriori dettagli su come applicare queste regole alla tua situazione specifica, è fondamentale consultare la Convenzione italo-polacca contro la doppia imposizione e considerare la possibilità di chiedere consulenza a professionisti del settore fiscale. Questo ti garantirà di aderire correttamente alle leggi fiscali e di approfittare delle disposizioni previste per minimizzare il rischio di doppia imposizione.
Dichiarazione dei redditi in Polonia
In Polonia, i lavoratori dipendenti sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi annualmente. Questo processo inizia con la ricezione del modulo PIT-11 dal proprio datore di lavoro, che riassume le retribuzioni percepite nell'anno fiscale precedente. Generalmente, questo documento viene fornito tra gennaio e febbraio.
Il modulo PIT-11 serve come documento fondamentale per compilare la dichiarazione dei redditi, operazione che può essere agevolmente completata online accedendo al portale podatki.gov.pl. Per procedere, è necessario disporre di un Profil Zaufany (profilo verificato), che facilita l'esecuzione di vari servizi amministrativi comodamente da casa.
Il metodo più diretto per ottenere l'accesso al sito è attraverso il proprio account bancario, grazie a un servizio disponibile presso le maggiori banche polacche. Una volta sul sito podatki.gov.pl, selezionare l'opzione per il 'Profil Zaufany' e cliccare sul banner della propria banca. Questo reindirizzerà all'interfaccia di login bancario, dove, inserendo le proprie credenziali, si verrà automaticamente indirizzati alla sezione per la compilazione della dichiarazione dei redditi.
Dopo aver compilato accuratamente la dichiarazione, è possibile inviarla direttamente online. È vivamente consigliato scaricare e conservare una copia della dichiarazione completata per eventuali necessità future.
Qualora spettino dei rimborsi, questi verranno accreditati direttamente sul conto corrente bancario indicato nella dichiarazione, generalmente dopo qualche settimana dall'invio.
Seguendo questa procedura dettagliata, i contribuenti possono navigare efficacemente il processo di dichiarazione dei redditi in Polonia, garantendo la correttezza e la tempestività nel rispetto degli obblighi fiscali.
Aprire una Partita IVA in Polonia
L'avvio di un'attività in Polonia rappresenta un'opportunità promettente per gli imprenditori, grazie al dinamico mercato del paese, alle sue infrastrutture avanzate e alla posizione vantaggiosa all'interno dell'Unione Europea. Aprire una Partita IVA, nota localmente come Działalność Gospodarcza, è un processo relativamente diretto, sebbene richieda il rispetto di specifiche procedure amministrative.
Per intraprendere questo percorso, è fondamentale avere la residenza in Polonia. I cittadini non polacchi devono nominare un rappresentante fiscale che risieda nel paese. È inoltre cruciale assicurarsi che l'attività prevista sia conforme alle normative e leggi polacche, per evitare inconvenienti legali futuri.
In Polonia, le opzioni includono l'avvio di un'azienda individuale o la costituzione di una società a responsabilità limitata (Spółka z o.o.). La decisione influenzerà direttamente il livello di responsabilità personale e i requisiti di capitale iniziale necessari.
La registrazione si effettua presso il Registro delle Imprese (Centralna Ewidencja i Informacja o Działalności Gospodarczej - CEIDG) per le aziende individuali, o presso il registro delle società per le Spółka z o.o. Questo passaggio può essere completato online o recandosi personalmente agli uffici locali del registro delle imprese.
Successivamente, è necessario ottenere un NIP presso l'Ufficio delle Imposte. Questo codice è indispensabile per la legalità delle operazioni commerciali e per il versamento delle tasse.
Se l'attività comporta la vendita di beni o servizi soggetti a IVA, è obbligatoria la registrazione per l'IVA. Questo consente di emettere fatture e riscuotere l'IVA dai clienti, in linea con la normativa fiscale polacca.
I lavoratori autonomi devono inoltre registrarsi presso il Fondo Assicurativo Sociale (Zakład Ubezpieczeń Społecznych - ZUS), garantendo così l'accesso a prestazioni sociali e sanitarie per sé e per i propri dipendenti.
Infine, come imprenditore, sei responsabile della corretta tenuta dei libri contabili. Questa attività può essere gestita personalmente, specialmente per chi possiede una ditta individuale con familiarità nel regime fiscale polacco, o affidata a un commercialista professionista. Personalmente, gestisco la contabilità della mia ditta individuale attraverso la piattaforma wfirma, sfruttando le competenze acquisite nel regime fiscale polacco.
Cos'è il PESEL?
Il PESEL è il sistema universale di identificazione dei cittadini in Polonia, equirabile al Codice Fiscale italiano. È un acronimo che sta per "Powszechny Elektroniczny System Ewidencji Ludności", traducibile come "Sistema Elettronico Universale di Registrazione della Popolazione".
Il numero PESEL è un codice unico di 11 cifre assegnato a ogni cittadino polacco alla nascita, nonché ai residenti stranieri che vivono in Polonia per un periodo prolungato. Queste 11 cifre sono ricche di informazioni: le prime sei indicano la data di nascita del titolare (anno, mese, giorno), mentre le successive cinque sono un codice unico che include anche un indicatore del sesso, terminando con una cifra di controllo per la verifica dell'intero numero. Il numero PESEL è utilizzato per numerosi scopi amministrativi e legali, come la registrazione presso le autorità sanitarie, l'accesso ai servizi pubblici, la votazione, e più in generale come mezzo di identificazione ufficiale.
Cos'è il NIP?
Il NIP, che sta per Numer Identyfikacji Podatkowej, è il numero di identificazione fiscale in Polonia, assegnato sia alle aziende che ai contribuenti individuali, alla stregua quindi della Partita IVA italiana. È un codice alfanumerico unico composto da 10 cifre, essenziale per una vasta gamma di attività fiscali e amministrative nel paese.
Questo numero è emesso dall'Agenzia delle Entrate polacca (Krajowa Administracja Skarbowa) ed è utilizzato per identificare i soggetti nei loro rapporti con le autorità fiscali, facilitando la dichiarazione e il pagamento delle tasse, nonché la gestione di altre questioni legate alla fiscalità. Analogamente al Codice Fiscale in Italia, il NIP è fondamentale per garantire che le operazioni commerciali e finanziarie vengano condotte in maniera trasparente e conforme alle leggi polacche.
Cos'è il REGON?
Il REGON (Rejestr Gospodarki Narodowej) è un sistema polacco di identificazione numerica per le imprese, utilizzato per catalogare e monitorare tutte le entità economiche. Ogni azienda, associazione o organizzazione legale in Polonia riceve un numero REGON univoco al momento della registrazione. Questo numero è utilizzato dalle autorità per scopi statistici, di registrazione e di controllo amministrativo.
Nel sistema fiscale italiano, l'equivalente più vicino al REGON è il Codice REA (Repertorio Economico Amministrativo). Anche se non completamente analogo, il Codice REA, assegnato a ogni impresa registrata presso la Camera di Commercio, svolge una funzione simile di registrazione e identificazione delle imprese. Viene utilizzato per fini amministrativi e di controllo, fornendo un riferimento unico per ogni entità nel contesto economico e commerciale italiano.
Cos'è il KRS?
Il KRS (Krajowy Rejestr Sądowy) è il Registro Nazionale Giudiziario della Polonia, che funge da registro ufficiale per le imprese e altre entità legali, come fondazioni e associazioni. Esso contiene informazioni dettagliate sulle entità registrate, tra cui la loro forma legale, sede, informazioni sui rappresentanti legali, e lo stato dell'entità (attiva, in liquidazione, ecc.). L'iscrizione al KRS è obbligatoria per le società per azioni, le società a responsabilità limitata e altre forme di organizzazioni commerciali in Polonia.
Nel sistema fiscale italiano, l'equivalente del KRS è il Registro delle Imprese tenuto dalle Camere di Commercio. Questo registro svolge un ruolo simile, fornendo un database pubblico di tutte le imprese e le società registrate in Italia, compresi dettagli come denominazione, sede legale, dati dei legali rappresentanti, stato dell'impresa, e molto altro. Anche in Italia, la registrazione al Registro delle Imprese è un passo obbligatorio per la costituzione di società e altre forme giuridiche di attività commerciale, garantendo trasparenza e accessibilità delle informazioni aziendali al pubblico e alle autorità.
Trattati contro la doppia imposizione
La Polonia e l'Italia hanno firmato un trattato bilaterale per evitare la doppia imposizione, il quale stabilisce le regole su come il reddito generato in uno dei due paesi da residenti dell'altro stato debba essere tassato. Questo trattato mira a prevenire la situazione in cui lo stesso reddito viene tassato in entrambi i paesi, offrendo così una maggiore certezza fiscale per gli investitori e le aziende.
Il trattato specifica le aliquote di tassazione applicabili a vari tipi di reddito, come quelli da lavoro dipendente, dividendi, interessi e royalties, e assegna i diritti di tassazione al paese di fonte o al paese di residenza, a seconda del caso. Ad esempio, il reddito da lavoro dipendente è generalmente tassato nel paese in cui il lavoro viene svolto, mentre per certi redditi da capitale, come i dividendi, si applicano tassi ridotti di tassazione per evitare oneri eccessivi.
Per i redditi che sono stati tassati all'estero e che sono soggetti a tassazione anche in Polonia, i residenti polacchi possono usufruire di un credito d'imposta. Questo sistema consente di detrarre l'imposta pagata all'estero dall'imposta dovuta in Polonia, fino all'importo dell'imposta polacca corrispondente a quel reddito. Tale meccanismo è cruciale per minimizzare l'impatto finanziario della doppia tassazione sui contribuenti.
Il trattato prevede anche esenzioni per alcuni tipi di reddito, al fine di eliminare o ridurre la doppia imposizione. Queste esenzioni si applicano a situazioni specifiche definite nell'accordo, dove il diritto di tassazione è assegnato esclusivamente a uno dei due stati, in base alla natura del reddito e alle circostanze in cui viene generato.
Tassazione sulle criptovalute in Polonia
In Polonia, le plusvalenze derivanti dal trading delle criptovalute sono soggette a una tassazione del 19%. Tuttavia, è consigliabile consultare un commercialista specializzato nel campo delle criptovalute per ottenere un calcolo preciso.
Assicurati di scegliere un commercialista che abbia familiarità con il settore delle criptovalute, facendo una ricerca online e verificando le competenze. Alla fine dell'anno, è necessario calcolare gli importi prelevati dagli exchange, inclusi i pagamenti effettuati tramite le carte associate ad essi. A queste cifre vanno detratti gli investimenti effettuati, ovvero gli importi versati sugli exchange per l'acquisto di criptovalute.
Il valore risultante deve essere riportato nella dichiarazione dei redditi, nel modulo PIT-38 parte E, e le relative tasse devono essere pagate all'Ufficio Imposte entro la fine di aprile dell'anno successivo.
La situazione è diversa per coloro che si dedicano al mining di criptovalute o offrono servizi di intermediazione. Anche in questo caso, è fondamentale rivolgersi a un commercialista per valutare la situazione specifica.
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Confronto tra il Sistema Fiscale Polacco e quello Italiano
Il confronto tra i sistemi fiscali polacco e italiano evidenzia differenze significative nelle aliquote e nell'imposizione fiscale. La Polonia offre un regime fiscale potenzialmente più vantaggioso per individui ad alto reddito e per le imprese, con aliquote più basse sul reddito e sull'imposta societaria.
Tuttavia, la scelta di operare in uno dei due paesi non dovrebbe basarsi esclusivamente su considerazioni fiscali, ma anche su altri fattori come il contesto economico, il mercato, e la qualità della vita.
Tassazione del Reddito
Sebbene entrambi i paesi adottino un sistema progressivo, le aliquote massime in Italia sono significativamente più elevate rispetto alla Polonia, indicando un onere fiscale maggiore per i contribuenti ad alto reddito.
In Polonia, la tassazione del reddito personale segue un approccio progressivo. Per il 2023/2024, il reddito fino a 120.000 złoty è tassato al 17%, mentre i redditi superiori a questa soglia sono tassati al 32%.
Anche in Italia, la tassazione del reddito personale è progressiva, con aliquote che variano dal 23% al 43% a seconda del reddito annuo. A ciò si aggiungono eventuali addizionali regionali e comunali.
IVA (Imposta sul Valore Aggiunto)
Le aliquote IVA in entrambi i paesi sono simili, ma l'Italia presenta una leggera differenza nell'aliquota standard e nelle categorie di beni che beneficiano di aliquote ridotte.
L'IVA di base in Polonia è del 23%, con aliquote ridotte dell'8% e del 5% per certi beni e servizi, inclusi alimenti, libri e farmaci. L'aliquota standard dell'IVA in Italia è del 22%, con aliquote ridotte al 10% e al 4% per beni e servizi essenziali, come alimenti, farmaci e libri.
Imposte sulle Società (Corporate Tax)
L'aliquota base delle imposte sulle società è più bassa in Polonia rispetto all'Italia, rendendo la Polonia potenzialmente più attraente per le imprese sotto il profilo fiscale.
In Polonia la tassa sul reddito delle persone giuridiche (CIT) è del 19%, con incentivi fiscali per piccole imprese e settori come innovazione e R&D. L'imposta sulle società (IRES) in Italia è del 24%, a cui si possono aggiungere l'IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) e altre tasse locali, aumentando l'onere fiscale complessivo.
Contributi Previdenziali e Assistenza Sanitaria
Entrambi i sistemi prevedono meccanismi di contribuzione obbligatoria per servizi previdenziali e sanitari, ma le aliquote di contribuzione e i benefici specifici possono variare.
In Polonia i lavoratori dipendenti e autonomi devono versare contributi previdenziali e sanitari allo ZUS, garantendosi accesso ai servizi sanitari e previdenziali. Anche in Italia, lavoratori dipendenti e autonomi versano contributi previdenziali e per l'assistenza sanitaria all'INPS. L'assistenza sanitaria è garantita tramite il Servizio Sanitario Nazionale.
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