I 23 parchi nazionali istituiti in Polonia rappresentano solo il 1,1% del territorio nazionale.
È decisamente poco pensando al 3,4% medio europeo, al 5% dell'Italia, al 2,7% della Germania o al 9,5% della Francia. Ma ciò che inquieta è l'andamento degli ultimi anni.
Indice
In Polonia non vengono istituiti nuovi parchi nazionali da 20 anni
Questo dovrebbe un campanello d'allarme perchè significa che nessuna area del territorio polacco è stata messa sotto tutela negli ultimi due decenni.
Secondo i dati della WWF, per raggiungere la media europea, entro il 2050 in Polonia andrebbero istituiti sei nuovi parchi nazionali mentre quelli di Bieszczady e di Białowieża andrebbero estesi così come richiesto dalle associazioni ambientalistiche.
L'istituzione nel 2001 del Parco dell'Estuario del Warta è stato l'ultimo momento in cui una parte del territorio polacco è entrata nella lista delle aree protette e questo solo grazie all'iniziativa degli abitanti della zona.
Da quel momento, tutti i progetti di istituzione di nuovi parchi o l'estensione degli esistenti hanno subito un brusco stop.
Da anni si parla dell'istituzione di parchi come quello del Giura, della Masuria, della valle dell'Odra, di Stettino e delle Foreste di Mirachowo ma la politica pare vada nella direzione opposta.
Istituzione del Parco Nazionale del Turnica
Uno dei casi eclatanti è quello del Turnicki Park Narodowy, l'ultimo baluardo della Foresta del Carpazi le cui procedure per la sua istituzione durano da oltre trent'anni.
L'area progettata si trova nell'estrema parte Sud Orientale della Polonia fra la città di Przemyśł, il fiume San e il confine con l'Ucraina.
La sua istituzione corrisponderebbe alla già accennata estensione del Parco Nazionale di Bieszczady (pur non essendo direttamente collegati) e metterebbe sotto il massimo livello di protezione la valle del fiume Wiar, i Monti Słonne (Góry Słonne) e le Pogórze Przemyskie dove in buona parte del territorio è già stato istituito il Parco Paesaggistico (Park Krajobrazowy Pogórza Przemyskiego).
Ma nonostante l'impegno degli attivisti, l'area non è ancora sotto il massimo livello di protezione con tutte le conseguenze annesse per la sua integrità.
Di conseguenza l'area è alla mercè dei boscaioli e dei cacciatori provocando l'irrimediabile perdita di un territorio dagli altri valori ambientali.
Foresta di Białowieża
Cominciamo ad analizzare la situazione del Parco Nazionale di Białowieża.
Si tratta di uno dei più famosi al mondo in quanto ultima testimonianza dell'antica foresta europea nonché uno dei pochi luoghi dove vive il bisonte europeo allo stato selvaggio.
Secondo il rapporto del 2017 di Greenpeace, la Foresta di Białowieża cade per il 41% in territorio polacco.
Di questa solo il 17% è parco nazionale mentre il 19% è riserva naturale. Il rimanente 64% si tratta di foresta commerciale di cui il 40% è costituito da alberi centenari.
In Bielorussia si trova il 59% della foresta ma il 100% del suo territorio è parco nazionale.
Da anni gli ambientalisti lottano affinché l'intera foresta in territorio polacco diventi parco nazionale ma l'idea non è ben vista da parte della popolazione locale che preferisce sfruttare il legname piuttosto che preservare il loro territorio.
La politica, con il pretesto dei tarli, ha contribuito alla parziale devastazione della foresta favorendone il disboscamento senza considerare che la loro presenza è del tutto naturale e che la foresta si è rigenerata per centinaia di anni senza alcuna ingerenza dell'uomo.
Le attività all'interno del parco sono continuamente oggetto di disputa politica fra chi intende salvaguardare il territorio e chi intende sfruttare la foresta a fini commerciali.
Parco Nazionale di Santa Croce
Nel caso del Parco Nazionale Góry Świętokrzyskie nei dintorni di Kielce si parla addirittura di una riduzione del suo territorio, cosa più unica che rara.
Il 26 aprile 2019 al Consiglio dei Ministri polacco è giunto un progetto per omettere cinque ettari di territorio corrispondente alla presenza di un monastero.
Questo probabilmente per non limitare gli eventi religiosi al suo interno.
Ora, una delle condizioni per eliminare un territorio da un parco nazionale è la perdita dei suoi valori naturali ed il progetto si è appunto basato su questo aspetto.
Analisi indipendenti hanno invece confermato che oltre a non aver perso alcun valore naturale, nella zona sono presenti specie protette che trovano nel territorio il loro ideale ambiente naturale a cominciare da alcune specie di lumache.
Anche in questo caso bisogna considerare le pressioni politiche a favore della chiesa e contro l'ambiente.
Parco Nazionale di Magura
Ma andiamo più a Sud nel Parco Nazionale di Magura.
Fra le località di Krempna e Ożenna si trova una strada un tempo aperta al traffico auto ma da tempo chiusa per le pessime condizioni dell'asfalto, motivo per cui per anni è stata destinata all'esclusivo traffico pedonale e ciclabile.
Nel 2019 è stato deciso di riasfaltare la strada per riaprirla al traffico auto senza considerare che la strada è attraversata da animali selvatici come lupi, linci e orsi e le notevoli ripercussioni che può provocare il traffico su gomma nell'ambiente.
Questo sebbene si tratti di una zona rurale e non particolarmente trafficata.
Parco Nazionale del Biebrza
Spostiamoci nuovamente a Nord Est.
È in programma la costruzione della superstrada S16 Knyszyn-Ełk che farà parte della Via Baltica.
Il problema è che una delle varianti del percorso attraverserebbe il Parco Nazionale del Biebrza, ovvero il più grande della Polonia già tagliato in due dalla strada statale DK65 e dalla DK8 e interessato da un grosso incendio che ha devastato una grossa parte di territorio nell'aprile del 2020.
Naturalmente la concezione è stata fortemente criticata dagli ambientalisti ed è motivo di disputa anche con la popolazione locale che vorrebbe spostare altrove l'intenso traffico pesante da e verso la Lituania.
Bisogna tenere presente che il territorio polacco è in gran parte pianeggiante e non presenta neanche lontanamente le difficoltà orografiche che si incontrano in Italia.
Ciò nonostante, la rete ferroviaria è fatiscente e priva dell'alta velocità, motivo per cui i trasporti si concentrano su gomma.
Chi frequenta le strade polacche ha bene a mente le immense file di TIR con targhe polacche e lituane con reciprochi sorpassi chilometrici.
Tuttavia, anziché scegliere una soluzione più vantaggiosa da un punto di vista economico, ecologico e logistico, si preferisce fomentare il traffico su gomma con le dovute conseguenze sull'ambiente e sulla sicurezza.
Se proprio si vuole investire sul traffico in gomma, il territorio pianeggiante dovrebbe consentire la scelta di percorsi il meno possibile pericolosi per zone di particolare interesse ambientale.
Parco Nazionale del Polesie
Questo è un piccolo parco poco conosciuto a Est di Lublino ma le sue caratteristiche paludose sono simili solo al Parco Nazionale del Biebrza e al Parco Nazionale del Narew.
Oltre a essere un parco nazionale, quindi sotto il massimo livello di tutela ambientale, il territorio fa parte della rete europea Natura 2000.
Inoltre il Polesie Occidentale è stato dichiarato Riserva della Biosfera dell'UNESCO.
L'area presenta nel suo sottosuolo giacimenti di materiale organico che hanno attirato l'attenzione dell'industria mineraria intenta a sfruttarne le risorse.
Motivo per cui, a poco più di un chilometro dai confini del parco esiste la concreta minaccia di apertura di una nuova miniera di carbone bituminoso.
Il pericolo è concreto in quanto è risaputo che la politica del governo polacco è costantemente orientata allo sfruttamento dei giacimenti di carbone su cui ci si ostina a focalizzare la politica energetica.
Questo sebbene le direttive europee vadano in direzione diametralmente opposta.
Un'eventuale esplorazione sotterranea comporterebbe conseguenze ambientali disastrose con inevitabili ripercussioni sul delicato equilibro dell'area all'interno del parco.
L'industria mineraria ha notevoli ripercussioni sui livelli dell'acqua e una variazione del suo equilibrio comporterebbe l'irrimediabile distruzione dei valori ambientali del territorio.
Conclusioni
Come è evidente dai casi di cui sopra, le ingerenze dell'uomo sono aumentate nel corso degli ultimi anni e nulla sembra far presagire a un miglioramento.
La Polonia con le sue politiche pro-carbone e anti-ambientaliste si dimostra sempre più il punto nero d'Europa.
Bisogna dire che la politica dell'attuale governo non è però sostanzialmente diversa da quelli precedenti in cui si è seguita una linea molto simile.
Il fatto che non vengano istituiti nuovi parchi nazionali da vent'anni e che non si vedano nuovi traguardi all'orizzonte non si può ridurre a una politica degli ultimi anni.
Per raggiungere gli standard europei, le autorità polacche dovrebbero programmare una crescita economica sostenibile e nella tutela sia del proprio territorio che della salute dei suoi abitanti.
Bisogna tenere presente che l'istituzione di un parco nazionale offre notevoli vantaggi anche da un punto di vista economico.
I parchi nazionali sono delle importanti attrazioni turistiche e le comunità locali ne traggono solitamente giovamento aprendo nuove strutture ricettive.
Essendo le ubicazioni dei parchi solitamente in zone rurali, la loro istituzione darebbe un notevole slancio all'economia locale.
Inoltre, sono un importante fonte di educazione per il rispetto e la tutela ambientale. La trasmissione di tali valori dovrebbe avvenire anche tramite la visita di territori come quelli sotto il massimo livello di protezione.
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